[..la chiamavano "fame d'amore", tante o meglio
troppe rinunce per chiunque fosse entrato in quel tunnel,
un tunnel in cui "il prossimo,il remoto, il passato e il futuro" non sarebbero più stati niente.
Amava le sue ossa, aveva incarnato la morte un po' per scomparire, un po' perchè senza l'amore di sua madre non poteva vivere.
Una lotta contro il cibo dittatoriale,
una mosca cieca in cui si continua a girare e rigirare.]

sabato 29 maggio 2010

leggete fino in fondo please!

Per favore, vi chiedo la pazienza di leggere fino in fondo.
Le mie parole ma anche quelle di qualcun altro.
Leggete, tesori miei, e pensate.


"[...] Cominci a dimenticare che cosa significa vivere. Dimentichi le cose. Dimentichi che una volta ti sentivi bene. Dimentichi che cosa significa sentirsi bene, perchè ti senti sempre di merda, e non riesci a ricordare com'era prima. La gente da' per scontata la sensazione di pienezza. Da' per scontata la sensazione di stabilità, le mani che non tremano, la testa che non fa male, la gola non irritata dalla bile e dalle escoriazioni provocate dalle unghie delle dita cacciate in gola in fretta per vomitare, lo stomaco che non si sta dissolvendo sotto l'effetto corrosivo di un miscuglio di pillole e di caffeina. La gente non si sveglia la notte per i crampi ai muscoli dei polpacci e delle cosce che cominciano a consumare se stessi. E non è detto che di notte si svegli in preda a un pianto inspiegabile. Cominci a fare affidamento sulla sensazione di fame, rauca ribellione del tuo corpo alle piccole torture che gli infliggi con le tue stesse mani. Quando, alla fine, comincerai a sentirti meglio, la salute ti sembrerà sbagliata, ti darà il capogiro, ti disorienterà, ti ammalerai di nuovo, perché la malattia ti è familiare [...]

[Sprecata]


"Esco dal mio lungo silenzio, dall'insopprimibile desiderio di raccontarvi questa storia, dall'intensa paura di essere giudicata, o forse semplicemente non compresa per quello che voglio effettivamente comunicare.
Credo che questa sia la storia, la drammatica storia, di chi ha bisogno di uno specchio per vivere, di chi ha bisogno di distruggere il proprio corpo per non permettere all'apparenza di vincere sul proprio essere.
Una storia vera, un'autobiografia cruda ma mai arida, ricca di emozioni anche quando l'autrice sembrava non poterne avere.
Bulimia. Anoressia. Paroloni, che non tutti sono pronti ad accettare, a comprendere.
Il solo pensiero fa paura, o meglio, sconvolge. Allontana.
Ci fa storcere il naso, guarda quella com'è magra, ho saputo che quella vo-mi-ta.
Quella.
Come se avesse improvvisamente smesso di essere una persona, come se per l'ennesima volta si fosse confermato il binomio "apparenza - essere". No. Così non va.
Quando si è trovata di fronte alla morte, quando ormai non c'era più niente da fare,
Marya ha deciso di vivere.
Ha deciso che forse c'era un altro modo per chiedere aiuto, per esprimere la sofferenza che aveva nascosto così a lungo, fingendo di essere forte, mascherandosi dietro a un corpo magro da fare impressione.
Anni passati a combattere un male che spaventava tutti tranne lei, un male che non riconosceva come tale,
che era troppo comodo, troppo attraente,
troppo - per certi versi - facile.
Un giorno era una bambina normale, il giorno dopo era bulimica. Poi anoressica. Controllava il mondo attraverso il cibo. Controllava la mente attraverso il corpo. Negava di avere un problema, come tutte. La gente sapeva e ignorava.
Tutti sanno e tutti fanno finta di niente.
È costoso avvicinare una ragazza anoressica. Sembra una questione di coraggio - è una questione di vita o di morte. Al contrario di quello che si crede, da soli non si può vincere, c'è sempre bisogno di qualcuno al nostro fianco, anche quando sembra scomodo, anche quando dà fastidio, anche quando si dice, no grazie.
Vorrei che la sofferenza non passasse così inosservata.

Perche' non se ne parla??
Forse la gente ha paura, forse si vergogna, forse è semplicemente comodo, girare gli occhi e fare finta di non aver visto niente - si sa, la sofferenza fa paura: meglio ignorarla.
Se sono qui a parlarne è perché mi sono stufata degli sguardi incuriositi o peggio, compassionevoli, delle persone che mi sfilano accanto ogni giorno. Ebbene sì, sono malata. E allora? Ho forse commesso un crimine? Perché mi guardate così allora? Cosa avete da dire? Ma tanto lo so che alla fine rimerrete zitti, vi conosco ormai.

Allora ne voglio parlare io.
Anoressia. Vi fa paura?

Mi voglio rivolgere a tutti coloro che sanno che esiste ma che temono anche che sia compromettente.
Mi voglio rivolgere poi a chi la vive in prima persona, come me.

Non siamo contagiose, potete anche avvicinarvi. Non siamo cattive o egoiste, come troppo spesso veniamo descritte. Non siamo nemmeno pazze.
Stiamo semplicemente male, e abbiamo bisogno di tutta la comprensione possibile. Abbiamo bisogno di capire che senza un aiuto professionale non ce la possiamo fare.
So bene come sia difficile ammetterlo, e quindi chiederlo.
So altrettanto bene come sia facile perdere le staffe con quelli come noi.
E soprattutto, so che non abbiamo bisogno della vostra indifferenza,
dei vostri luoghi comuni, della vostra pietà.
Ricordatevi che finchè non provate una cosa sulla vostra pelle
non potrete mai dire, ti capisco.

Ho fatto del male a molta gente e mi dispiace, ho seminato sofferenza, ma l'ho anche raccolta. Ho chiesto aiuto in mille modi, e l'ho rifiutato in mille altri. Mi sono ripetuta centinaia di volte che domani sarei guarita, e quel domani non è ancora arrivato. Ho pianto a lungo, e spesso mi sono sentita dire che quelle erano solo lacrime di coccodrillo, che sarebbe bastato un briciolo di volontà.

No, miei cari, la volontà è del tutto inutile, perché la volontà fa parte della nostra metà sana, quella che ogni mattina si alza e lotta con la malattia, e ogni sera soccombe sotto di lei.
Solo un briciolo di controllo… Macchè! Quella ha il completo controllo della situazione. È lei che decide - è lei anche se noi non vogliamo. È lei che ci fa urlare che ci fa piangere che ci fa… impazzire.
E voi vi ostinate a credere che siamo noi. Lei è noi, ma noi non siamo lei.
Lei è solo una parte oscura che non riusciamo a illuminare, perché siamo costrette a vivere nel buio - nella menzogna, nella vergogna. Perché il mondo di fuori ci ha etichettate, e non capisce che la magrezza non è tutto. E non capisce che abbiamo un disperato bisogno di aiuto, e vorremmo - davvero - vorremo chiederlo, ma la voce muore in gola ogni volta che ci proviamo.

Allora vi scrivo e vi prego, state attenti a quello che fate. Un po' d'amore in fondo non può far male a nessuno.
Mentre a quelle come me dico - coraggio.
Possiamo farcela.
Se avessi una formula magica la condividerei volentieri con voi, ma non ce l'ho.
Guardate il sole di ogni giorno e lasciate che il suo calore vi riempia di ottimismo. Non abbiate timore, c'è sempre qualcuno pronto a rispondere alla vostra richiesta d'aiuto. Ma non smettete mai di lottare per la vostra dignità.

"VALE LA PENA VIVERE
Mi chiederai, sì ma perché
So solo che ti dirò -
VALE LA PENA, VEDRAI.."
(Ligabue)


Anonimo


ps: pubblico il link, come chiede Leda, che si merita con tutto il cuore di realizzare il suo sogno: pubblicare il suo libro di storie.
questo è il link: http://www.statale11.it/libri&idlibro=240http://www.statale11.it/libri&idlibro=240
e questo è il link del suo blog: http://leferitedellanima.blogspot.com/
passate qui!

Lei mi rende orgogliosa.
Perchè lei è stata male. Ha sofferto di quel dolre che noi tutte conosciamo, di quello k ti penetra fin nelle ossa e ti accompagna giorno e notte.
Quel dolore che è dentro ogni pensiero, ogni parola, ogni sguardo.
Lei ha intrapreso il suo percorso, ha lottato e tutt'ora lotta.
Lei ha visto la morte in faccia e ha saputo affrontrarla, e adesso sorride di quella vita spesso gioca brutti scherzi e sfugge di mano.
Piccola Leda, non mollare,
i tuoi progressi mi fanno sapere k tutte quante, in qualsiasi momento, me x prima, possiamo decidere di LOTTARE.
Lottare mollando quella paura k paralizza ank
quando ci raccontiamo k ci stiamo provando e stiamo andando avanti, ma che non ci riusciamo.

[..le bugie peggiori sono quelle che raccontiamo a noi stessi..]



domenica 16 maggio 2010

"Morire.
Quante volte ci ho pensato.
Quante volte mi sono detta, xk non affondare quella lama un pò più profondamente nella pelle.
Quante volte ho guardato quelle vene desiderando di farle letteramente a pezzi,
come il dolore sta facendo con me.
Forse tuttora le guardo così.
Poi penso k una volta ho letto da qlk parte

"...ma tu sei trisite, e ciò dimostra che il tuo cuore è ancora VIVO."

tu non lo percepisci, ma anche quando stai cosi lui continua battare, e forse batte ancora piu forte, come se te lo facesse x dispetto.
So com'è quando non vedi più niente.
Ti guardi intorno: ci sono mille cose, magari bellissime o cmq c'è la vita.
Ma non è per te.
A te sembra tutto vacuo.
Insensato.
Niente ti desta interesse.
Solo quel dolore, cosi grande.
Così immeritato.

Ma lo dico anche a me stessa: poi PASSA.
Passa sempre.
E ti lascia con la corazza sempre più forte, più indurita.
Fino a quando non sarai TU a decidere k forse è meglio smetterla di starci dentro a quel dolore, che è diventato quasi di famiglia. "



[..un altro sorso di realtà
un altro boccone di nebbia,
un altro sogno infranto..


..dietro le quinte
di un mondo (quasi)perfetto..]

domenica 2 maggio 2010

per voi.

questo post è per TUTTE.
Per tutte NOI.
per tutte VOI.
Per chi entra da poco in questo mondo contorto e fa domande che sarebbe mglio non facesse.
Per chi decide di sua SPONTANEA volontà (continuo a pensare che una scelta del genere sia impossibile da scegliere, scusateil goco di parole..contente voi)
Per chi ci è dentro da ANNI.
Per chi non ne può più.
Per chi si sta lasciando scivolare, stremato.
Per chi è convinto che NIENTE è per sempre.
Non molliamo, gente.



Hai appena firmato il tuo contratto di decesso.
E probabilmente non t’interessa.
Per adesso. Ma tra un po si.
Tra un po t’interesserà.
E t’interesserà cosi tanto che piangerai, urlerai, sbatterai i pugni al muro e giurerai di dare qualsiasi cosa per riavere la tua vita.
Ma sarà troppo tardi.
Quando t’inizierai a interessare, significa che ci sarai dentro fino al collo, e starai gia morendo.
E sarà troppo tardi per chiudere il libro, nonostante quanto lo vorresti .
Non è per niente come gli articoli su come tal dei tali l’ha sconfitta.
Non è per niente come la bellezza che vedi mentre guardi una modella.
Non è per niente come la ragazza bella e popolare della scuola.
Non è per niente come qualsiasi cosa che tu abbia mai vissuto prima.
E non sarai mai piu la stessa.

Probabilmente il cuore non sarà più regolare, e farà molto male, spesso.
E questo terrorizzerà.
Perchè tu non hai mai voluto morire.
Ma ricordati, non lo potrai dire a nessuno.
Parlarne è proibito, e chiedere aiuto a qualcuno è debole.

Probabilmente ti farà male il petto
Vuoi sapere cos’è l’odio per te stessa? Vuoi? Allora vai avanti.
Perchè ti posso garantire che l’odio che provi per te stessa adesso, non è niente,
NIENTE in confronto a quello che proverai una volta entrata in questo vizio.
Ti disgusterai,ti odierai più di qualsiasi altra cosa.
Con ogni giorno che passa.
Sarai la forma di vita più schifosa del pianeta.
Meriteresti la morte, ma la morte è troppo buona per te.

Il tuo corpo si spegnerà.
Diventerà un'abitudine.
Un vizio.
Non potrai smettere.
E in quel momento ci sarai dentro fino al collo.
Sarai disperata e pretenderai di più,sempre di più.
A quel punto entrerai nel panico.
Perché tu lo vuoi, ovvio.
Dopo tutto, tu non sarai cosi. Non sarai uno dei fallimenti.
Tu sarai un successo.
Questo è quello che crederai.
Bene. Sappi che diventerai davvero folle.
La pazzia è una parte certa del pacchetto.
La tua mente non ti apparterrà mai più.
Dalle un bacio d’addio, e spero che non ti sia piaciuto.




"So cosa significa voler morire, e che sorridere fa male.
E che ci provi ad inserirti ma non ci riesci."

"Quando ti rifiuti di soffrire, la morte ti sembra una specie di sogno.
Ma vedere la morte,vederla fisicamente... ti fa capire che sognarla era una cosa ridicola."


"..che fai del male al tuo corpo
per tentare di uccidere la cosa che hai dentro
Il rasoio fa male,il fiume è troppo basso,l'acido è bestiale,la droga dà il collasso,la corda si spezza,la pistola è proibita,
il gas puzza e allora...viva la vita."
Ragazze interrotte.


Il dolore mi divora,sono dentro il suo stomaco, è di me che si nutre
Potrei piangere ma l'odio mi ha pietrificato il cuore, non ho più lacrime;

[..e la nausea saliva. Si faceva liquido sotto le palpebre..]



"Se le avesse ascoltate quelle parole.
Esistono parole che non hanno bisogno di voce ed erano quelle.
Pur restando mute gridavano.
Uccise dentro pugni chiusi.
E nulla era più da capire ma da dimenticare.
Dimenticare e fuggire.

Un dolore fortissimo le entrò dentro il cuore,là dentro si sedette
.e il suo cuore in quell'istante divenne una stanza,la stanza del dolore.

Voglio che il mio cuore batta sempre e voglio la vita addoss
il cielo sopra, la sabbia sotto e l'amore sempre tra le mani come un gelato al limone mangiato in riva al mare in un pomeriggio di maggio quando il più bello sta per cominciare e continuare come prima, così veloce e così immortale.

~Sono passati di ricordi che assomigliano a vetri appannati dall'umidità dell'autunno.
Possiamo scriverci il nostro nome sopra e annullarli."

Isabella Santacroce.

[..membro dopo membro e dente dopo dente, mi sta lacerando dentro ogni giorno, ogni ora, vorrei essere a prova di proiettile..]




[..voglio vedere cosa succede se molli la presa e mi lasci cadere..]